Categoria: Le nostre prove

 

Certo per me alto poco più un metro e settanta arrampicarmi fino alla plancia di comando non è stato facile; e non ci sono ne il dottor spock ne il signor Sulu ad aiutarmi nelle manovre; ed invece questa specie di astronave austriaca è più leggera e maneggevole di quanto l'occhio non possa valutare. Ah si dimenticavo, mi sono appena issato sulla sella di una KTM990 adventure, dalla livrea bianca e dotata di ABS, che manco a dirlo ho voluto provare alla prima staccata in una strade deserta.

 

 

ABS tarato per altro su un uso eduristico,per cui in grado di portarti alla fine di una discesa sterrata in tutta sicurezza foss'anche molto ripida. Ma forse siamo troppo avanti, ho un po'di soggezzione a portarla su strada figuriamoci fuori.
E invece no, tolgo facilmente il cavalletto,ingrano la prima e la Kappona simuove leggera e morbida. Il bicilindrico "frulla" rotondo anche ai bassi regimi. Lo lascio scaldare per bene prima di  aumentare un po'la dose di gas.
Apprezzo la protezione aerodinamica,l'ampio plexi del cupolino protegge bene il busto e le gambe, almeno fino a velocità codice,poi un po' di aria  infastidisce ginocchia e caviglie, ma devo denunciare un mio abbigliamento abbastanza ampio, sebbene tecnico e protetto;forse con dei pantaloni in pelle o comunque più aderenti non ci si accorgerebbe nemmeno dell'aria.

Se si parzializza il gas la moto procedere con una spinta lieve e costante,quasi elettrica, ma se lo si spalanca la coppia e il vigore dei 105 cv dichiarati si fanno sentire. Questa doppia anima deriva dal doppio corpo farfallatoin aspirazione; il primo è comandato direttamente dal comando del gas, il secondo,a comando eletrico interviene solo se la "manata" di gas è più vigorosa,e quindi si richiede con immediatezza tutta o quasi la potenza disponibile; questo accorgimento tecnico fa si,a mio avviso,che il mezzo abbia quasi una doppia anima, fluido ed elastico, dando gas con normalmente, entusiasmante e prorompente quando invece non si lesina con la manetta.

Mentre faccio queste considerazioni prendo sempre più confidenza con i comandi, l'ampio manubrio e la sella comoda e accogliente ( a proposito rallegratevi anche voi con me bassi di statura, tra glioptional c'è la sella ribassata).
La moto si rivela intuitiva, mai pesante, e posso affrontare anche i curvoni veloci con un certo brio senza incertezza alcuna,anzi come se la guidassi da una vita; e non dimentichiamoci che qui l'enduro NON è solo accennato, ma è l'idea fondante di questo mezzo. Luce a terra,cerchio da 21" all'anteriore,gomme tutt'altro che da strada, con una piccola sezione da 150 al posteriore a tutto fanno pensare fuorchè ad una moto pensata per stare sull'asfalto. E invece al contrario questo mezzo qua è proprio fatto per viaggiare, macinare km e km, non precludendosi nulla, comprese le strade bianche o le escursioni sui sentieri.

 

Un'altra curiosità tecnica è rappresetata dal carter a secco; l'olio motore è contenuto in una specie di serbatoio, liberandosi così dalla "coppa",ciò consente di tenere basso il baricentro, ma di aumentare la luce da terra, che nei passaggi in fuoristrada è fondamentale.

La strumentazione è un po' essenziale ma completa, addirittura di fianco al conta km troviamo una vera e propria presa "accendisigari" da 12 V. Il vano sottosella contiene si e no i documenti e qualche atrezzo; così come il piccolo vano a centro serbatoio può rendersi utile per il biglietto dell'autostrada oper riporvi il cellulare. Idea geniale però è quella che la serratura posta appena sotto sella, a mezzo chiave di accensione,può sia sbloccare la sella stessa sia chiudere "a chiave" il vano portaoggetti.

Non resito e mi infilo in un campo di grano (tagliato :-) visto che non ci tengo a farmi sparare dal fattore), e per me che non ho mai affrontato nulla di non asfaltato (oddio a pensarci bene le statali italiane....ma vabbè è un altrodiscorso) la goduria è notevole. Questo peso massimo si muove come un piuma tra i solchi tracciati dalla mietitrebbia. Decido che è meglio non esagerare e riporto la moto sulla strada non prima di aver scattato qualche foto modello "tanto fumo".

E' ora di riportare la moto ai legittimi proprietari; sfiorando il letto del "trebbia" mi compiaccio di come KTM abbia saputo pensare un mezzo facile ed equilibrato, votato al fuoristrada quanto al turismo; dalla posizione di guida comoda e rilassata, trasmette sicurezza e potenza; con gli accessori dedicati quali borse e bauletto può diventare una insostituibile ed instancabile compagna di viaggio; il prezzo è davvero interessante e la colloca in una fascia di accessibilità notevole.

Complimenti a KTM, che con mezzi sempre più convincenti dichiara guerra aperta a mostri sacri come il GS. Chissà che qualche battaglia non la vinca.

Fagna


 


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